L’importanza della ricarica per essere resilienti
Quante volte hai sentito parlare di resilienza?
Molte volte che ho sentito evocare questa parola è stato per indicare una sorta di potere speciale che hanno alcuni di resistere a situazioni stressanti, talvolta traumatiche.
L’ho spesso sentita abbinare alla capacità di “stringere i denti” e, nonostante le intemperie, riuscire ad andare avanti.
L’ho spesso vista identificare come una caratteristica legata alla “forza” di individui, organizzazioni e società nel saper andare avanti, nonostante situazioni di “aridità” e difficoltà, senza abbattersi.
Nelle ultime settimane ho riflettuto molto sul suo significato, pensando che dare valore ad un suo significato legato a messaggi quali “sforzati” e “sii forte” possa contribuire a generare più frustrazione che aiuto.
Ho così deciso di soffermarmi su alcuni aspetti della resilienza che non svalutano ma considerano la presenza di potenziali emozioni negative, debolezze e difficoltà, per cercare dei suggerimenti, uno dei quali focalizzato sull’importanza delle caratteristiche e della qualità delle relazioni.
Assorbire urti ha conseguenze
Come per ogni significato ormai, una delle prime azioni per capirne qualcosa è chiederlo a google, che ci presenta la resilienza in differenti sue applicazioni.
I suoi suggerimenti di definizione sono orientati verso la capacità di un materiale di assorbire urti senza rompersi, la capacità della persona di affrontare e superare eventi traumatici o periodi di difficoltà, la velocità con cui una comunità biotica è in grado di ripristinare la sua stabilità in situazione di perturbazione.
Se lo chiediamo a wikipedia è la capacità della materia vivente di autoripararsi a seguito di un danno, di una comunità o di un sistema ecologico di ritornare allo stato iniziale, dopo essere stata sottoposta a una perturbazione che lo ha modificato, la capacità di una persona di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici.
Ritengo tuttavia che assorbire urti possa avere delle conseguenze, che gli eventi traumatici possano anche non trovare positività immediata, che le riprese possano necessitare di tempo, che se una perturbazione modifica qualcosa non per forza si debba tornare allo stato iniziale, ma possa esserci cambiamento ed evoluzione.
Resilienza non è il modo in cui resisti
Ho pensato a chi di noi sta attraversando ed attraversa momenti di difficoltà, ed all’utilità che può trovare nella spinta ad essere resiliente, ed a quanto possa essere frustrante trovarsi ad avere a che fare con un concetto di resilienza che svaluta difficoltà, debolezze ed il loro comprensibile effetto sull’essere umano, suggerendo invece di “non sentire”, “sforzarsi” ed “esser forti”.
E’ così che hanno iniziato a strizzarmi l’occhio molto di più quegli articoli e suggerimenti legati alla resilienza che comprendessero la fragilità di noi esseri umani, e ad un concetto di resilienza più legato al modo in cui ci ricarichiamo che al modo in cui resistiamo, come dall’articolo promosso su Harvard Business Review di Achor e Gielan “Resilience is about how you recharge, not how you endure” (2016).
Noi umani non siamo fatti solo di pensiero, ma anche di emozioni, comprese quelle negative, e per fortuna.
Saremmo altrimenti macchine senza sensori, senza la possibilità di percepire ed accorgerci quando qualcosa non sta andando per il verso giusto, o quando il carburante sta per finire.
Alcune strategie per la resilienza
Indubbiamente la resilienza influenza positivamente soddisfazione, impegno e benessere in generale, abbassando potenziali livelli di depressione.
Allo stesso tempo le esperienze stressanti fanno parte della nostra vita, e la risposta allo stress è un meccanismo di sopravvivenza che ci prepara a rispondere alle minacce.
Proprio per questo ho trovato particolarmente utili alcuni suggerimenti pratici promossi dall’APA – American Psychological Association all’interno dell’articolo “Healthy ways to handle life’s stressors” (2019).
I loro suggerimenti considerano aspetti quali pensiero, emozioni, comportamenti e corpo, orientati su differenti aree:
- Cerca di eliminare i fattori di stress: valuta se è possibile cambiare la situazione stressante, ridefinendo obiettivi e/o strategie, carichi e/o responsabilità, allentando gli standard o chiedendo aiuto.
- Punta ad una buona alimentazione: il sistema nervoso centrale risponde allo stress con adrenalina e cortisolo, con impatto sull’apparato digestivo. Una dieta ricca di sostanze nutritive può proteggerti e darti energia fisica per affrontare le sfide, semplicemente arricchendola con frutta e verdura.
- Prenditi un momento nella natura: il verde migliora l’umore ed un parco può essere un buon compromesso.Rilassa i muscoli: lo stress provoca tensione muscolare, con impatto su mal di testa, mal di schiena e stanchezza. Prenditene cura con esercizi di stretching, massaggi, bagni caldi, o tecniche di rilassamento muscolare.
- Medita: la meditazione consapevole può ridurre ansia e stress psicologico. Puoi iniziare dedicando 5 minuti in luogo tranquillo a sederti e respirare, concentrandoti sul momento presente. Se alcuni pensieri divengono intrusivi puoi riconoscerli e provare a lasciarli andare. Per ogni complicazione evita di giudicarti e riprova a rifocalizzarti con calma, dando valore al momento presente.
- Proteggi il tuo sonno: lo stress diurno impatta sul sonno notturno. E’ importante puntare ad una routine del sonno coerente, che ti consenta di rilassarti prima che le luci si spengano. Meditazione e rilassamento possono supportarti. E’ consigliato evitare caffeina, alcool e schermi digitali nel tardo pomeriggio e sera, mentre di giorno è consigliato muovere il corpo, l’attività fisica può migliorare il sonno.
- Fai attività fisica: fare attività fisica moderata può diminuire la percezione dello stress, come annullare alcuni effetti negativi, ed il suo impatto sul sistema immunitario. Può essere sufficiente una camminata veloce di 30 minuti o una sessione di attività in soggiorno.
- Mantieni le attività piacevoli: anche se il tempo stringe dedica del tempo a te, dalla lettura, alla musica, al film. Umorismo, leggerezza e risate possono far bene a salute fisica e mentale.
- Riorganizza il tuo pensiero: i tuoi pensieri hanno il potere di influenzare le emozioni e i tuoi comportamenti. Riorganizzare il tuo pensiero rispetto ad un fattore di stress può supportarti a gestire le emozioni, riducendo la sensazione di stress.
- Cerca aiuto: se ci si sente sopraffatti e l’auto aiuto non aiuta, è importante rivolgersi ad un professionista per supportarci nella gestione dello stress in modo efficace.
- Coltiva il supporto sociale: un importante supporto sociale può migliorare la tua capacità di resilienza, dall’ascolto all’aiuto pratico. E’ importante scegliere però la qualità della relazione, alcune possono essere la fonte dello stress o possono alimentarlo.
Relazioni resilienti
Proprio nell’ottica del supporto sociale ognuno di noi può avere differenti esigenze di resilienza, e come promosso da Cross, Dillon e Greenberg (2021), non è una caratteristica puramente individuale, ma anche fortemente legata alla qualità delle nostre relazioni.
E’ quindi possibile agire sulla resilienza attraverso la qualità delle interazioni con le persone che abbiamo attorno.
Il primo step ti richiede di identificare le tue principali esigenze relazionali di resilienza,
ed in base ad esse di individuare le principali aree di sviluppo, o di funzionamento.
Gli autori suggeriscono alcune categorie di nutrimento relazionale per facilitare l’identificazione delle proprie esigenze ed individuare le caratteristiche delle persone che potrebbero esserti di maggiore supporto, sulle quali puntare, ma eventualmente sentiamoci liberi di identificarne ed aggiungerne altre, ritagliate su misura:
- Empatia: relazioni che forniscono supporto empatico, funzionale al supporto delle emozioni negative
- Supporto all’aumento del lavoro e delle attività: relazioni che ci possono aiutare operativamente a “turnarci”, ridistribuire o gestire i picchi d’attività
- Comprensione di dinamiche personali e politiche: legami che possono supportarti nel comprendere dinamiche personali e politiche in determinate situazioni
- Supporto all’obiezione: relazioni che possono supportarti nel trovare la forza di dire di no, obiettare, proteggerti e difenderti
- Visione: legami che ti possono supportare nell’identificare direzioni e percorsi da seguire
- Prospettiva: relazioni che ti possono essere d’aiuto per mantenere la prospettiva e la direzione quando accadono contrattempi o battute d’arresto
- Finalità e significato: relazioni che ti ricordano il valore, la finalità ed il significato di ciò che fai e del tuo operato
- Humor: relazioni che ti supportano nel sorridere tra te e te e con la situazione, che trasmettono ed infondono leggerezza
E per te?
Quali sono le 3 esigenze relazionali che ritieni più importanti per potenziare la tua resilienza?
Una volta identificate non ti resta che individuarle e valorizzarle, o pianificare come espandere la tua rete!
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